È stata presentata a Roma l’indagine 2024 di CNA Giovani Imprenditori.
Negli ultimi anni si è osservata una diminuzione consistente dei giovani che si avvicinano al lavoro autonomo o che desiderano impegnarsi come imprenditori. Questa diminuzione, che è in parte la derivata del calo demografico che ha investito l’Italia negli ultimi anni, non può essere sottovalutata dal momento che mette a rischio la continuità del nostro sistema imprenditoriale, il cui valore è riconosciuto a livello globale grazie alla qualità e le innovazioni delle produzioni del Made in Italy.
Con lo scopo di indagare i tratti caratterizzanti la propensione imprenditoriale dei più giovani, CNA ha realizzato un’indagine, presentata a Roma dalla coordinatrice di CNA Giovani Imprenditori Laura Cipollone, dalla quale emerge un quadro in chiaroscuro. Da un lato, infatti, il nostro Paese non sembra offrire ancora le condizioni ottimali per i giovani desiderosi di impegnarsi come imprenditori: la difficoltà di accedere al credito, la tassazione sproporzionata, i cavilli burocratici e la mancanza di tutele sono solo alcuni degli elementi ostativi da rimuovere. Dall’altro, però, per tanti giovani (oltre il 40% tra quelli intervistati da CNA) il fare impresa può rappresentare la via verso l’autorealizzazione. In più con i giovani imprenditori, che spesso sono imprenditori di prima generazione anche l’artigianato può avere un futuro: circa il 70% dei giovani imprenditori intervistati è infatti titolare di una impresa artigiana.
In definitiva, in Italia la propensione dei giovani verso l’imprenditorialità è viva e continua a essere alimentata dalla passione e dal desiderio di potere emergere. Compito del decisore politico è dunque la rimozione delle tante criticità che non permettono ai giovani che vogliono fare impresa di esprime appieno il loro potenziale.