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Intervista a Dario Coquillard

Dario Coquillard, un nostro associato, è l’artigiano valdostano che ha realizzato il ciondolo per la Fiera di Sant’Orso 2023.

  • Dario, com’è nata la sua passione per la scultura?

«La passione per il legno c’è sempre stata, è nata con me e l’ho coltivata con il tempo fino a farla diventare un vero e proprio mestiere. Negli anni ’80 mi sono avvicinando in maniera significativa alla scultura insieme a mio zio, di cui ho preso in mano l’attività dopo la morte, diventando, così, uno scultore professionista.
Diciamo che ho vissuto ciò che tutt’oggi vediamo e cioè un ritorno alle cose semplici e ai lavori d’antan. E questo perché il riscoprire le vecchie tradizioni e i vecchi savoir-faire danno la possibilità di scoprire le proprie radici e i propri valori».

  • Il suo ciondolo è stato scelto per la 1023esima Fiera di Sant’Orso, com’è nata l’idea del soggetto?

«Ogni anno l’Amministrazione regionale bandisce un concorso per la realizzazione del ciondolo, simbolo della Fiera.

Ho voluto realizzare un oggetto semplice ma fondamentale per l’economia della nostra popolazione. Non dimentichiamo che eravamo e ancora siamo gente che lavora la terra, ha animali e, di conseguenza, il burro rappresenta un elemento alimentare chiave per i Valdostani. Ecco perché ho optato per il contenitore del burro.

Ritengo che con i vari ciondoli delle edizioni di Sant’Orso, ogni scultore contribuisca alla creazione di una storia della Valle d’Aosta tramite immagini, tramite oggetti che sono o che sono stati parte integrante del tessuto economico della Valle».

  • Qual è il suo rapporto con questo evento millenario della tradizione della Valle d’Aosta?

«È una tappa cruciale per tutti, un appuntamento che diventa quasi una festa della Valle d’Aosta, in particolare per noi scultori che viviamo di questo lavoro. La Fiera di sant’Orso ha una forte valenza sia economica, perché permette allo scultore di incontrare potenziali clienti, sia sociale perché lega gli artigiani fra loro».

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