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Approvato il Decreto Autoproduzione PMI: a disposizione 320 milione di euro

È stato pubblicato mercoledì 19 marzo 2025, sul sito del MIMIT, il Decreto Direttoriale con cui è stata data attuazione al Decreto per l’Autoproduzione PMI, che mette a disposizione 320 milioni di euro da risorse PNRR a favore delle PMI italiane per investimenti in interventi di installazione di impianti rinnovabili destinati all’autoproduzione.

A una prima lettura del provvedimento la tempistica per le domande risulta troppo stretta e c’è il serio rischio che la misura tanto attesa si trasformi in un flop clamoroso come si sta verificando per Transizione 5.0.

La misura, attesa da tempo, ha definito le procedure necessarie all’avvio della fase operativa per l’accesso alle agevolazioni per gli interventi di autoproduzione da impianti solari fotovoltaici o mini-eolici che le imprese possono realizzare sui propri siti produttivi, per abbattere i costi energetici soprattutto in questa fase di preoccupante progressione al rialzo dei mercati dell’energia.

Da questo punto di vista, la misura è certamente positiva, tuttavia emergono alcune criticità. Per l’ammissione al beneficio, il decreto ha previsto un meccanismo a sportello gestito da INVITALIA con una finestra temporale molto ristretta per l’invio delle domande di ammissione: la piattaforma informatica sarà infatti operativa a partire dal 4 aprile 2025 e fino al 5 maggio 2025.

Ciascuna Impresa potrà presentare una sola domanda di agevolazione, per un ammontare di spese ammissibili non inferiore a 30.000 euro e non superiore a un milione di euro. La domanda di ammissione al beneficio dovrà essere presentata in formato elettronico presso la piattaforma informatica sul sito di INVITALIA, corredata però da un fitto elenco di documenti tecnici richiesti allo scopo.

Oltre ai requisiti soggetti specificamente richiesti all’impresa e ai requisiti di ammissibilità previsti dal DM, INVITALIA opererà la valutazione di merito sul progetto a partire dalla relazione tecnica asseverata che dovrà corredare la domanda.

Inoltre, il decreto ripropone alcune criticità già evidenziate in occasione dell’emanazione delle norme attuative dello strumento Transizione 5.0 in relazione alle tecnologie utilizzabili: anche qui il rimando al Registro ENEA delle tecnologie fotovoltaiche potrebbe rappresentare un elemento di difficoltà per il reperimento delle tecnologie necessarie per l’installazione degli impianti.

CNA si augura che il Ministero consenta anche in questo caso le modalità già previste in merito per lo strumento Transizione 5.0. L’impresa dovrà prestare la massima attenzione nella definizione della domanda di accesso al beneficio: il meccanismo “a sportello” implica infatti che le richieste di ammissione siano “perfette”, poiché INVITALIA, in fase di primo scrutinio, effettuerà una valutazione “one shot”, verificando la completezza della documentazione presentata e la sussistenza dei requisiti e delle condizioni formali di ammissibilità, ad esito delle quali procederà nella valutazione di merito dei programmi.

In generale, la procedura prevista dal Decreto direttoriale appare articolata, soprattutto per i tempi particolarmente brevi che il decreto prospetta per la presentazione delle richieste e che richiederanno un supporto importante per le imprese nella fase di preparazione delle domande di ammissione. La finestra di appena un mese prevista dal decreto per l’invio delle domande rappresenta una criticità che rischia di inficiare il potenziale della misura e che, in generale, potrebbe finire per avvantaggiare quei programmi di investimento che si trovano già oggi in una fase di preparazione avanzata.

CNA rappresenterà in tutte le sedi istituzionali le criticità che sottendono a questo decreto, in particolare per chiedere con urgenza la proroga delle tempistiche previste, al fine di renderle effettivamente alla portata delle PMI. L’inefficacia manifestata da una misura come Transizione 5.0, su cui si erano puntate le aspettative di molte imprese, dimostra che non è procrastinabile un intervento che salvaguardi le reali possibilità di accesso degli associati agli strumenti di incentivazione a supporto di investimenti che possono contribuire ad abbattere i costi energetici.

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